Il nostro capitale è la capacità di costruire reti estese su contenuti condivisi, costruire insieme ad altri prodotti collettivi come la Biennale della Prossimità o il Manifesto per l’inserimento lavorativo. Crediamo fermamente in questi investimenti, cui dedichiamo tempo e risorse: ne abbiamo bisogno noi, ne ha bisogno un mondo fatto di operatori che sentono l’esigenza di rilanciare il significato del proprio lavoro.
LA NOSTRA STORIA
Il Consorzio Sociale Abele Lavoro è nato nel 1998 per raggruppare e sostenere le esperienze di cooperazione nate all’interno del Gruppo Abele, storica esperienza di solidarietà torinese che opera a favore delle persone con problemi di dipendenza da sostanze o con altre forme di marginalità ed esclusione (leggi lo Statuto del Consorzio).
Coerentemente con questa origine, le prime cooperative associate ad Abele Lavoro e il consorzio stesso si sono inizialmente distinti per l’inserimento lavorativo di tossicodipendenti: persone ritenute generalmente inaffidabili dalle imprese e anche da alcune cooperative sociali, sono state invece parte di una storia di affermazione imprenditoriale e di innovazione nelle cooperative associate ad Abele Lavoro.
Di qui il primo progetto importante su cui il Consorzio ha iniziato a sostenersi: un progetto finanziato, poco dopo la costituzione, dalla legge 309/1990 per favorire l’inserimento lavorativo di tossicodipendenti.
Il nostro capitale non è mai stato costituito dall’appartenenza ad uno schieramento, ad una parte politica, ad un gruppo di interesse. Non siamo fatti così. Ci apprezzeranno o meno sulla base del nostro lavoro, non delle appartenenze.”
Le politiche del lavoro
Nel 2001, con la fine di questo progetto, il Consorzio si trova a ripartire da zero. Mette a frutto la propria esperienza proponendosi come soggetto delle politiche attive del lavoro offrendo servizi di mediazione tra domanda e offerta di lavoro, consulenze e orientamento.
Si ritaglia a poco a poco, con la qualità del proprio operato, un ruolo riconosciuto nei servizi per l’impiego a Torino e provincia.
Progressivamente le radici nella storia che aveva dato inizio al Consorzio si estendono verso un’esperienza più ampia. Entrano a far parte del Consorzio anche cooperative del territorio che godevano da anni di buona reputazione, anche non provenienti dal Gruppo Abele; il Consorzio inizia ad occuparsi anche di persone con diverse forme di marginalità ed esclusione diverse dalla tossicodipendenza.
Rinati più forti
A partire dal 2008 anche il Consorzio Abele Lavoro e le sue cooperative devono fronteggiare la crisi economica. Alcune delle cooperative che lo avevano costituito 10 anni prima sono costrette ad interrompere l’attività, diventata non più sostenibile; il Consorzio stesso deve fare i conti con ritardi di pagamento molto significativi, che nel 2011 raggiungono i 400 giorni medi.
Come già alcuni anni prima, si è di nuovo ad un bivio: o si è capaci di fare un salto in avanti, o si è destinati a diventare marginali e irrilevanti, forse a sparire. Ma, come nella precedente crisi, le difficoltà stimolano il cambiamento e l’innovazione. Si investe sulle persone, ci si riorganizza e nasce così un nuovo settore che si affianca a quelli precedenti, quello dell’Agenzia formativa.
Il nostro capitale è la reputazione, costruita nella quotidianità con le cose che facciamo e con la qualità del lavoro delle nostre cooperative.
Oggi e domani
Ripensarsi, investire sulle persone, pensare in modo dinamico. Come nel passato anche oggi si tratta di sfide attuali.
Questi anni ci vedono impegnati su diversi piani: sul fronte imprenditoriale, la scommessa è quella di diventare interlocutori significativi per le imprese, sia per la ricerca di personale, sia per altre necessità che possono essere soddisfatte dalle cooperative associate; sul fronte culturale, Abele Lavoro è stato tra i protagonisti nel dare vita a luoghi di confronto ed elaborazione a livello nazionale come la Biennale della Prossimità e il Manifesto per l’inserimento lavorativo.
E oggi il Consorzio è al lavoro per rilanciarsi come luogo dove il pensiero deve dialogare con l’operatività quotidiana: per non lasciare che il lavoro ci scorra addosso, perché lavorare per l’inclusione richiede capacità di visione, perché crediamo in una riflessione che nasca dalla pratica. Abele Lavoro vuole quindi diventare un interlocutore culturale, capace di fare proposte e di valorizzarle nel dibattito pubblico e nel confronto politico.